23 Apr Kyoto Ceramics: Shinya Tanoue
Il lavoro di Shinya Tanoue (1976) nasce, durante i suoi studi di Teologia, dalla scoperta per la passione per la ceramica e dalla volontà di svilupparne le potenzialità plastiche.
In esso ritroviamo un fresco e valido richiamo alla tradizione del movimento d’avanguardia Sodeisha. Dopo un breve periodo di insegnamento alla Kyoto Saga University, Tanoue ora è un artista a tempo pieno.
Tanoue ci racconta: “Il tema fondamentale del mio lavoro è il guscio, sia esso dell’uovo, della frutta o della conchiglia, in quanto profondamente legato al ciclo della vita.
Il blu cobalto nei miei pezzi rappresenta l’oceano, origine della vita sulla terra. Il ventre è considerato il guscio della vita umana e sarebbe fantastico se potessi esprimere nei miei pezzi le nostre memorie legate al ventre materno e al suo confortevole senso di protezione.”
Le opere di Tanoue in effetti realizzano pienamente il suo desiderio: ”Sto lavorando dal 2007 a questo concetto. Ho in mente tue tipi di guscio. Il primo è quello naturale che protegge la vita ed è creato da strati di secrezioni che si moltiplicano dall’interno, analogamente creo il mio lavoro con strati di argilla e vetrina. L’altro guscio esiste in noi stessi, ma non possiamo vederlo: si tratta dell’esperienza della nascita e della perdita di protezione dal grembo materno. I suoi lavori sono dunque una perfetta e plastica rappresentazione di questo concetto. E ancora: “Uso spesso la vetrina blu perché mi ricorda l’acqua che è fonte di vita. Anche l’acqua è stata uno dei principali fattori in cui le forme di vita si sono evolute in modo così miracoloso.”
Dal punto di vista tecnico le robuste forme vengono modellate a colombino con tre tipi diversi di argilla e ricoperte con due tipi di ingobbio. In seguito vengono tracciate delle sottili linee a definire ritmo e texture. Infine avviene l’aggiunta della vetrina blu cobalto.
“Sono ossessionato dalle molteplici caratteristiche dell’argilla. In primo luogo, si presta ad essere plasmata liberamente. Secondariamente, può essere incisa e lavorata proprio come il legno. Infine può essere modellata a stampo proprio come la ghisa. Ma ciò che mi affascina di più dell’argilla è la sua plasticità che mi consente di operare direttamente dall’interno del pezzo stesso con le mani. Non riusciamo a trovare materiali come l’argilla e cerco di massimizzarne le caratteristiche.”
Tra i numerosi premi vinti, nel 2017 all’artista è stato assegnato uno dei premi della giuria del prestigioso MINO International Ceramics Competition.
“Non esprimo la forma di vita reale nelle mie opere, ma tutti i miei concetti sono fortemente legati alla vita. Pertanto, credo che tutti voi sarete in grado di comprendere lo spirito nei miei lavori e provare emozioni irresistibili. “