Mauro Bellucci nasce nel 1959 a Voghera, città nella quale risiede e lavora tuttora. Dopo studi linguistici ed una tesi di laurea in lessicografia giapponese presso l’Università di Pavia, si dedica per alcuni anni alla pratica della calligrafia estremo-orientale classica.
Partendo da queste basi, alle quali si sono aggiunte negli anni le frequentazioni di ambiti culturali legati all’estetica orientale, in particolare quella giapponese, si è poi dedicato a mediare queste esperienze con una visione ed un gusto più vicini alla propria matrice occidentale. La tecnica fondante dei suoi lavori è quella del collage su tela o in alcuni casi ferro e legno, declinata in svariate tipologie di utilizzo dei materiali di base, carta nepalese fatta a mano e inchiostro sumi giapponese. Si spazia dalle sovrapposizioni di elementi di carta di vario tipo tagliati a filo d’acqua (una tecnica di taglio orientale che lascia i contorni ammorbiditi e sfumati ) alle strisce di carta dipinte con varie gradazioni di grigio e nero, disposte il più delle volte in verticale e in parallelo (rifacendosi in questo ai principi base dell’estetica IKI giapponese), agli elementi modulari con impressioni in nero da matrici di legno e altri materiali naturali o a volte al semplice effetto del bordo della carta bruciato con incenso per ottenere un segno sottilissimo, quasi impalpabile. L’utilizzo del collage è anche da intendersi come ricerca di aspetti tridimensionali giocati sulla trasparenza della carta impiegata, un dialogo tra pieno e vuoto (ispirandosi in questo ai concetti estetici della pittura zen), un’accumulazione di segni oppure al contrario una riduzione ai minimi termini, alla singola linea, alla singola sfumatura.
La consueta firma viene qui sostituita da un sigillo rosso secondo la tradizione della calligrafia estremo-orientale, posizionato all’interno della struttura dell’opera e in dialogo fattivo con la stessa, intervenendo e condizionando gli equilibri o disequilibri compositivi della stessa. Il sigillo di pietra è volutamente non inciso con ideogrammi ma lasciato allo stato grezzo con leggeri interventi di bulino a rendere una sorta di non-firma, no-logo.