L’approccio all’arte di Runa Kosogawa si basa sull’osservazione delle piccole cose ed eventi ordinari normalmente trascurati durante la nostra frenetica quotidianità.
Questa capacità analitica dell’artista è maturata prendendosi cura ed affrontando la malattia e la morte di persone a lei vicine. In queste circostanze Runa ha percepito che i suoi pensieri corrispondevano in qualche modo al linguaggio dei fiori ed è stato allora che ha iniziato a prenderli come modello per le sue opere.
Nel 2012 Runa, da sempre vissuta in zone residenziali ed urbane con le quali non ha mai sentito un legame, si trasferisce nella città di Takayama, luogo ricco di bellezze naturali, con il quale entra in profonda connessione.
Per esprimere al meglio i temi cari al suo lavoro Runa ha scelto il vetro, materiale in grado per la sua fragilità di trasmettere quel senso di caducità che caratterizza per natura le forme vegetali e la vita in generale. Già tradizione artistica giapponese era infatti quella di dipingere fiori e piccoli insetti che esprimevano la natura effimera e transitoria della vita.
Tecnicamente l’artista cerca di trasferire le imperfezioni e le irregolarità che caratterizzano con una certa “casualità” la ceramica nel vetro, normalmente lavorato con forme precise e nette per via della sua difficile malleabilità e durezza. Questa scelta artistica si lega al pensiero giapponese di accettare la natura così com’è invece di cercare di cambiarla a piacimento.