Leonardo Bartolini (Firenze, 1970) vive e lavora in Giappone a Kumamoto, sull’isola di Kyūshū, terra da sempre dedita alla produzione ceramica.
La personale ricerca formale dell’artista si concentra sull’uso di tecniche di varie epoche, anche distanti tra loro ma sapientemente ibridate e rinnovate in decenni di esperienza.
La materia è scabra, irregolare, arricchita da granaglie, innesti metallici e da trame ottenute a Jomon. Questa antichissima tecnica giapponese consiste nel passaggio di intrecci sulla superficie e l’uso della terra sigillata, tipologia di ingobbio già noto a Greci, Etruschi e Romani.
Le terre, accuratamente selezionate direttamente dai giacimenti, sono arricchite di ossidi e solitamente da cromie scure che ricordano i buccheri etruschi.
Dal punto di vista simbolico, le opere dell’artista, essenziali, totemiche, dal valore primigemio e atemporale, sembrano protendersi verso l’alto, alludendo a una ascesi spirituale. Il saldo e rigoroso impianto costruttivo deriva invece dalla formazione architettonica di Bartolini.
La sua ultima produzione è l’esito di piegature, torsioni, compenetrazioni ispirate alle pieghe compatte e rigide dei kimono.
Bartolini ha esposto in mostre personali, collettive e concorsi ottenendo vari riconoscimenti e visibilità nell’ambito della ceramica d’arte internazionale.
* Bibliografia di riferimento: M. Lapperier, Leonardo Bartolini in direzione del cielo, in La Ceramica. Moderna & Antica. n. 318, Ott/Dic 2022